domenica 6 dicembre 2015

Punti di Vista

Era una gran bella giornata, sentiva il sole forte sulla pelle, scaldava veramente tutto, poteva ringraziare di avere gli occhiali scuri e subito si mise a ridere della sua battuta. Aveva deciso di andare a fare una passeggiata, sapeva che sarebbe finito al solito bar, ma amava quel posto, soprattutto per il rumore, tra tazzine e bicchieri aveva la giusta colonna sonora per lasciarsi andare ai migliori pensieri. Pensava a quanto sfortunato poteva essere una persona sorda, incapace di percepire quella che poteva essere la voce di una ragazza o il canticchiare degli uccelli o anche lo stupido rumore del vento. Ringraziò la sua fortuna.
Intanto era arrivato al bar, andò a sedersi al solito posto e Michele che lo aveva visto arrivare andò subito a prendere l'ordinazione.
Ehi Giorgio, il solito?” “Ovviamente”.

Non sapeva come poteva fare per smettere di piangere, Claudia non ne poteva più di quel modo di fare del mondo, dei ragazzi in generale, non ne poteva più del sole che le stava solo dando fastidio agli occhi arrossati, in più aveva dormito uno schifo quella notte, decise che aveva bisogno di parlarne e non con qualche amica superficiale o qualche consigliere dell'ultimo minuto, aveva solo bisogno di parlare e che qualcuno la ascoltasse, così decise di fare la cosa più semplice del mondo, entrò nel primo bar che trovò, convinta di potersi sfogare, almeno con il barista che nella sua professione ascoltava e dava ragione a eroi e a malvagi almeno finché consumavano.
Mise la mano sulla maniglia, stranamente fredda, ed entrò. “Buongiorno”. Claudia quasi grugnì un “ 'Giorno”, Michele subito capì la situazione e prese l'ordinazione, poi iniziò a servire gli altri clienti che erano appena entrati, e li accolse con un sorriso smagliante.
Claudia pensò al succo all'ananas, non si ricordò di dove aveva letto che l'ananas bruciava i grassi, e anche se fosse stato vero non gli interessava molto. Al banco, con il succo in mano, iniziò a guardarsi intorno, c'erano un paio di coppiette intente a parlottare del più e del meno, Claudia non sapeva se odiarli o esserne invidiosa, poi la sua vista si posò sul tavolino all'angolo, lì c'era un ragazzo con addosso delle cuffiette e gli occhiali da sole, con lo sguardo perso nel vuoto.
Forse più per curiosità morbosa che vero e proprio interesse, Claudia prese il succo e si diresse verso il tavolino d'angolo. “Posso sedermi?”, il ragazzo fece finta di nulla oppure non l'aveva sentita, così gli toccò la spalla, “Scusa posso sedermi?”. Giorgio riemerse dal flusso di pensieri indotti dalla musica, si levò le cuffiette e le rispose “Certo, tranquilla”. “Immagino tu voglia parlare” disse Giorgio, Claudia si sentì presa in contropiede, beccata subito, “Hai ragione”, Giorgio sorrise e le rispose “Non c'è problema, farebbe piacere anche a me fare conversazione, di cosa vuoi parlare?”.
Del mondo, di quanto le persone siano materiali, di quanto non riesca a sentirmi a mio agio in questo sistema, so che è molto complicato come argomento, ma non c'è niente di meglio di parlarne con un, perdonami, sconosciuto”.
Non ti devi scusare, ma devi darmi più dati, è troppo generico così il discorso, cosa potrei risponderti? L'unica maniera che abbiamo di interfacciarci con la realtà e attraverso le parole e non è che sia sempre facile esprimere i propri pensieri o sensazioni”
Appunto per questo faccio fatica a spiegarti, in parole molto semplici, sono stanca di essere valutata per quello che mostro più che per quello che avrei da mostrare” “Da un lato è anche colpa tua, non fraintendermi, ma sei la prima responsabile delle valutazioni che gli altri danno di te, forse dai troppo valore alla tua apparenza più che cercare di dimostrare la tua sostanza” “Non faccio nulla, ma non riesco mai ad avere un discorso, per esempio con i ragazzi, che sia un filino profondo, tutti a chiedermi o il numero di telefono o a cercare di finirmi nei pantaloni e francamente non riesco più a sopportarlo”.
Giorgio sospirò e le rispose “So che non è facile, ma devi cercare di non dare l'impressione che sia quello il tuo modo di fare generico, cioè devi evitare di dare l'impressione di essere materiale, per esempio sono 5 minuti che parliamo e non ti sei ancora presentata, ma allo stesso tempo ho notato che ogni volta che parli gesticoli molto, e ogni volta che gesticoli i tuoi braccialetti tintinnano, perché li hai indossati?” “Mi chiamo Claudia e ho messo questi braccialetti perché mi piacciono!”.
Claudia si sentì messa al muro, il ragazzo era molto più profondo di quello che poteva aspettarsi. “Io Giorgio, anche se non me lo hai chiesto, comunque la tua non è una risposta, il motivo vero è che li hai indossati perché ti fanno sentire più carina e più carina, per te, vuol dire più sicura di te stessa” “Forse. Ma questo cosa centra con il resto del mondo?” “Che il mondo inavvertitamente ti giudica materiale, con così poco da offrire sul piano della profondità morale che decide di avvicinarti solo persone materiali, perché è quello che stai chiedendo. Chiedi attenzioni grazie al tuo aspetto fisico e non puoi poi sorprenderti”.
Claudia iniziava ad averne abbastanza. “Cosa ne puoi sapere? Probabilmente anche tu con tutti questi discorsi profondi che hai fatto, in realtà saranno 5 minuti che mi guardi le tette, ed è ancora di più che indossi quegli occhiali da sole qui al coperto, sicuramente anche tu sei più materiale di quello che pensi”.
Giorgio sorrise “Finora non ne ho ancora avuto l'occasione, ma devono essere una gran cosa se avrei dovuto farci attenzione! Credo che il motivo principale per cui non ti trovi in questa società sarà il conflitto, che ancora non hai risolto, tra il tuo essere materialista, amare gli sguardi lascivi dei ragazzi e il tuo essere alla ricerca di qualcuno che non ti giudichi per quello che fai vedere. Capisco il tuo modo di sentirti, ma devi cambiare il tuo modo di affrontare la vita. Tutto qui”.
Giorgio detto questo si alzò e si diresse a pagare, si avvicinò a Michele e pagò anche il succo all'ananas di Claudia, poi mentre usciva Claudia notò che si appoggiava al muro, la sua mano scivolava sulla parete, come se fosse alla ricerca di un contatto. Claudia pensò che fosse ubriaco già a quell'ora del giorno, poi si accorse che aveva bevuto un te caldo, decise di andarsene, prima passò di fronte a Michele e lui la richiamò. “Lo conoscevi?” “Veramente no” “Giorgio è una bravissima persona, ha una sensibilità unica, e un'intelligenza fuori dalla media, non ho dubbi sul fatto che deve essere stata una buona chiacchierata, è proprio vero quello che dicono su quelli come “lui” “Come lui in che senso?” “Non te ne sei accorta?” “Di cosa?” “Del fatto che non ci vede, da quello che so dovrebbe essere cieco dalla nascita”. L'unica cosa che riuscì a dire Claudia fu “Che sfortuna”, quando in realtà avrebbe voluto dire “Quanto sono stata stupida!”.


Giorgio stava sorridendo, anche se era triste per la ragazza, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma non era riuscita ad accorgersi del suo handicap, il che riconfermava la sua tesi, oppure era stato bravo lui a non farlo capire. Stava pensando a quanto certe volte le persone non si rendano conto di essere loro in prima posizione a essere il proprio problema. Avrebbe voluto vederla, ma forse era stato meglio così, non aveva sbagliato di un millimetro il suo giudizio, non si era fatto ingannare. Sentì il calore del sole sulla pelle, levò gli occhiali e restò un paio di minuti a guardare il sole con i suoi occhi spenti che brillavano di luce riflessa. Sorridendo, era uno dei pochi che lo aveva visto veramente, solo percependolo, senza averne mai visto la luce. 

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